L’argomento protagonista esposto dalla commissione è stato l’importanza di dare credito alle minoranze linguistiche, a riscoprirne la cultura e cercare in essa una possibilità di crescita e sviluppo del territorio. Questo ciclo di incontri è infatti offerto da Kamastra, che da sempre tratta questo tema e spinge per bloccare la perdita del senso di comunità ed appartenenza che si verifica nelle nuove generazioni. Il cuore della conferenza è stato rappresentato dal corposo intervento del dott. Antonello Barone, direttore della Kcomunicazione, di provenienza termolese ma sentimentalmente vicino alla causa per le sue origini montecilfonesi.
Barone ha esaustivamente spiegato il fenomeno da diversi punti di vista, partendo dalla sua storia personale. Si è definito infatti una persona con un’identità mutilata a causa della difficoltà a capire e a parlare la lingua arbëreshë, nonostante le sue origini.
È il punto da cui parte una diramazione del discorso che va a spiegare la ricchezza che il dualismo linguistico può apportare all’individuo e al territorio, legandolo a doppio filo alla sua cultura e alla sua storia. Un altro aspetto dell’intervento del dott. Barone si connette a quello precedente chiarendo come sentirsi parte di una comunità ricca di dualismo storico e letterario, aiuti a superare i pregiudizi e la diffidenza verso altre culture più o meno vicine a quelle autoctone.
Sullo stesso filone si trova l’intervento dell’assessore alla cultura Valentina Flocco che ha ricordato come non sia sempre stato scontata la libertà di esprimere e conservare la propria cultura per comunità di minoranza come le nostre.
L’assessore, in particolare, ha ricordato come nel ventennio fascista fosse dovere comune sopprimere tutto ciò che potesse contaminare la cultura prettamente italica. La conferenza è continua spostando l’attenzione sulla possibilità di rendere questa ricchezza culturale anche una ricchezza economica, spingendo a sviluppare il turismo culturale. Con il fine ultimo di accrescere la curiosità verso la cultura bilingue, lavorano gli operatori degli sportelli linguistici nei diversi comuni.
Nel caso di Portocannone, le operatrici Filomena Occhionero Manes e Maria Antonietta Mancini erano presenti alla conferenza e il loro intervento ha chiuso l’incontro ricordando che l’obiettivo della loro attività è quello di avvicinare i giovani alla lingua arbëreshë, per questo molte iniziative vengono promosse per mezzo dei social.
Nel particolare l’operatrice Mancini ha preso in esempio la rubrica “ Una parola al giorno”, sviluppata sulla loro pagina Facebook, in cui ogni giorno viene tradotta in italiano una parola arbëreshë di uso comune, arricchendone poi la traduzione con proverbi, frasi, modi di dire e immagini. L’incontro è stato moderato dalla presidente dell’associazione Kamastra l’avvocato Maria Rosaria D’angelo.
Celeste Mancini