È il titolo dell’evento con un programma ricco di partecipanti e relatori di diverse parti del mondo interessati alle lingue in via di estinzione e alle politiche linguistiche degli Stati, dei Paesi e delle Regioni che corrono tale rischio e i cui argomenti sono stati al centro del forum di discussione che si è tenuto a chiusura della due giornate di studio.
Il 4 e il 5 settembre le giornate scelte dai promotori alias il gruppo di lavoro del QSPA, Centro studi e pubblicazioni per gli arbëreshë, un organismo nato dal Ministero della Diaspora, passato sotto l’egida del Ministero degli Esteri della Repubblica d’Albania. I lavori sono stati aperti dalla direttrice Diana Kastrati. Al suo intervento hanno fatto seguito i saluti istituzionali del prof. Arian Kadaré in rappresentanza della presidenza della Repubblica, di un delegato dell’ambasciata italiana a Tirana e del direttore dell’istituto italiano di Cultura. Dopo i saluti istituzionali sono iniziati i lavori con la relazione della prof. Eda Derhemi dell’Università dell’Illinois che ha trattato il tema de “Il linguaggio del cuore” con una disamina molto approfondita sul caso della lingua arbëreshe nel XXI secolo. Sono seguiti gli interventi dei professori Salem Mezhoud del FEL, di Cristopher Moseley, di Cor Van Der Meer.
Quest’ultimo ha illustrato le attività del Centro Europeo di Ricerca Mercato e il caso della Frisia. Sulla documentazione linguistica e della sua rivitalizzazione nel contesto Europeo ha discusso Vera Ferrera a cui è seguito l’intervento di Claudia Soria del CNR, istituto di computazione linguistica. Sulla vitalità dell’arbëresh nel Molise ha parlato la prof. dell’Università D’Annunzio di Pescara Carmerla Perta. Sugli scenari per il cambiamento della discendenza linguistica tra le lingue minori della Grecia ha parlato Christian Voss dell’Università di Berlino. Demetrio Crucitti già direttore della sede Rai della Calabria e presidente dell’omonima Fondazione ha parlato della presenza dell’arbëresh nei media pubblici e privati e sulla realizzazione e messa in onda di programmi televisivi dedicati.
Sulle Criticità della legge nazionale di Tutela delle Minoranze Linguistiche in Italia ha parlato con enfasi Damiano Guagliardi pioniere della cultura arbëreshe in Italia e presidente della Faa ( Federazione delle Associazioni arbëreshë). Per la seconda sessione ha fatto seguito del prof. David Bradley de La Trobe Università in Australia che ha parlato della politica linguistica per lo sviluppo nazionale citando il caso asiatico. Sulla determinazione dei livelli di utilizzo dell’arbërisht ha parlato Il dott. Edmond Cane ricercatore e componente del Centro studi di Tirana. Sulle tendenze demografiche nei comuni arbëresh in Italia ha presentato una interessante e documentata relazione il prof. Francesco Perri di Vaccarizzo Albanese.
Interessanti sono stati i contributi di Fernanda Pugliese dal Molise sullo stato dell’arte e di Ambrogio Bellizzi insegnante di arbëresh di Firmo che ha evidenziato il ruolo della scuola per la sopravvivenza della lingua. La due giorni di lavori si è concluso con un forum cui hanno partecipato in presenza e da remoto sindaci, cultori, personale impegnato nelle Associazioni. Tra questi il sindaco di Casalvecchio Noè Andreano, il prof. Carmine Stamile, storico della cultura arbëreshe, giovani rappresentati di Calabria e Sicilia. Un contributo in presenza è stato offerto dalla collaboratrice di Kamastra, la giornalista Rossella De Rosa che ha anche curato interviste, riprese per il notiziario bilingue Lajme di cui si invita a guardare il video servizio a cura di Kamastra e Amolivenews.it con il contributo del valente direttore Fabrizio Fusco.
Tutto il resto nel videoservizio
Fernanda Pugliese