Negli ultimi dieci anni la popolazione delle rondini è calata di oltre il quaranta per cento: cambiamenti climatici, inquinamento, habitat mutati, pressione antropica esasperata e anche distruzione dei nidi fatta dalla mano dell’uomo, le cause più determinanti. La loro lenta e inesorabile scomparsa è sotto i nostri occhi, in alcuni luoghi già non tornano più in altri arrivano in numeri esigui! Ma la rondine purtroppo non è sola nella lista dell’ estinzione di specie di animali e di piante.
Sono almeno trentatremila le piante e oltre cinquemila cinquecento gli animali a rischio estinzione come denuncia la IUCN ( International Union for Conservation of Nature), quest’ultimo numero destinato a salire se si considerano anche le specie definite vulnerabili. Oltre all’inquinamento e al cambiamento climatico incidono il bracconaggio, il commercio illegale di animali selvatici, basti solo pensare ai Wet Market asiatici per avere un’idea anche delle atrocità che commette l’uomo per non parlare dell’assurda violenza perpetuata negli allevamenti intesivi. (Ma questo sarà argomento di un prossimo articolo).
La perdita delle specie non incide solo in termini biologici ma anche economici, vista l’interconnessione che esiste fra ambiente e uomo, è necessario e non rimandabile rallentarla il prima possibile, le specie, infatti, si estinguono ad una velocità circa cento volte superiore al passato. Abbiamo tutti un’occasione epocale, quella di ripensare al nostro modo di stare al mondo non da predatori ma da abitanti rispettosi della vita in ogni sua forma. Ancora ci è concesso attuare possibili salvezze per le quali da anni lottano anche le associazioni e le organizzazioni ambientaliste e animaliste che indirizzano la loro attività per ridurre le minacce per le specie a livello locale e globale, per stimolare i governi e le istituzioni ad agire con interventi di tutela e di conservazione, per coinvolgere le comunità locali a proteggere la vegetazione e gli animali.
E’ indispensabile una nuova consapevolezza per sostenere ( e magari farne parte attiva) queste associazioni che da anni lavorano e diffondono il pensiero dell’equilibrio tra natura e uomo, tra queste : il WWF, la Lipu, Legambiente, Greenpeace, Italia nostra, LAV, Animal Equality ( che si batte contro gli orrori degli allevamenti intensivi), EssereAnimali, l’Oipa, l’Enpa, Marevivo e numerose altre. Potremmo diventare da civiltà delle estinzioni a civiltà dell’impegno per riequilibrare il nostro rapporto con la natura, siamo noi la specie che ora decide della sopravvivenza del pianeta!
Maria Stella Rossi