Borgo di Novara di Sicilia, paesino risalente al medioevo di oltre mille abitanti in provincia di Messina. 650 metri sul livello del mare; tantissime chiese con un duomo; un teatro funzionante (beati loro, sic) con sei frazioni nel circondario. Diversi mulini ad acqua, ma su tutto un Monumento ai Caduti identico a quello di Agnone.
Autore Giuseppe Guastalla (Firenze, 2 luglio 1867 – Roma, 15 gennaio 1952) che il 14 agosto 1927 vide l’inaugurazione di quello della cittadina altomolisana e cinque anni dopo, il 24 maggio 1932, decise di costruire e fondere quello per i Caduti del paese siciliano dove il suo corpo fu traslato dal cimitero capitolino.
Guastalla fu autore anche del monumento al Guerriero Sannita di Pietrabbondante che ha festeggiato il secolo di vita lo scorso 2 ottobre.
“Sopra una piccola scalinata ed un piedestallo; quindi la scultura di un soldato che soccorre un commilitone ferito e caduto eroicamente per la Patria e, più sopra, una rappresentazione della dea Minerva con tanto di lancia e scudo e per molti, invece, la statua della Vittoria che pianta l’insegna di Roma ai confini d’Italia copia Autentica dell’originale che fu presa dai tedeschi in ritirata nel conflitto del 1948 e rifatta da Francesco Nagni allievo del Guastalla”.
Questi in sintesi le rappresentazioni dei busti bronzei di eguale misura e forse peso dei due monumenti che accomunano i due paesi.
Quello di Borgo Novara è nella piazza centrale, lì dove anticamente sorgeva una chiesa. Quello di Agnone all’inizio era ubicato lateralmente in quella che è la piazza centrale e poi traslato al centro dello slargo.
Tante similitudini dunque per i due comuni fra i quali potrebbe nascere anche un’intesa fatta di scambi culturali e turistici vista la propensione dei due centri a far conoscere sempre più le rispettive bellezze storiche, naturali ed artistiche.