La pesante squalifica ad un dirigente di ben 4 anni ha il sapore della beffa per l’Asd villa San Michele, squadra militante nella seconda categoria molisana del campionato di calcio.
L’episodio che ha scaturito la decisione del Giudice sportivo si riferisce ad un incontro tra il Villa San Michele e il Carovilli. Il dirigente “incriminato” secondo il giudice avrebbe tirato un pugno all’arbitro facendolo finire a terra. Il referto di fine incontro stilato dal direttore di gara riferiva così.
Ma c’è anche un’altra verità, quella addotta dalla dirigenza del Villa San Michele: il presidente dell’ASD, Fabrizio Di Lorenzo, ha presentato un ricorso dettagliato alla Commissione disciplinare FIGC – LND del Comitato Regionale Molise.
Secondo la ricostruzione dei fatti, riferisce Di Lorenzo, l’arbitro sarebbe stato spinto e non preso a pugni. Episodio gravissimo indubbiamente, ma non paragonabile a quello che è stato refertato a fine partita.
Il presidente Di Lorenzo nel fascicolo del ricorso ha allegato il certificato medico redatto dal sanitario del 118, intervenuto all’istante, che non avrebbe riscontrato nessuna lesione sul volto del direttore di gara.
Quest’ultimo, però alcune ore dopo si sarebbe fatto visitare da sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Veneziale d’Isernia. Perché? Assolutamente legittimo, sia chiaro, ma in assenza di traumi a cosa gli sarebbe servito un altro referto medico?
Ciò che appare curioso e Di Lorenzo lo chiede alla commissione disciplinare è: come mai l’arbitro non ha allegato al referto della gara anche il certificato del medico del 118 ?
Da considerare, si legge sempre nella nota, la testimonianza dei calciatori del Carovilli e ovviamente quelli del V.S.M.. Nessuno avrebbe visto tirare un pugno all’arbitro. La vicenda al vaglio della commissione disciplinare è stata sottoposta anche all’attenzione dei Carabinieri.
L’Asd Villa San Michele, pertanto, chiede un contraddittorio con l’arbitro, i giocatori delle due squadre e i dirigenti, auspicando addirittura un’indagine della Procura Federale.
Lo sbaglio c’è stato, ammettono candidamente i dirigenti del V.S.M., ma i fatti sono altri e di conseguenza il provvedimento adottato dal Giudice Sportivo pare spropositato.