Anche Agnone aveva un campo di concentramento. Attenzione di concentramento e non di sterminio come quelli tedeschi. In quello agnonese, che col divenire dei decenni si è trasformata oggi in casa di riposo di San Bernardino, furono internati dal 1948 al 1943 ben 148 rom e sciti.
In ricordo una targa istallata il 27 gennaio 2013 dall’allora sindaco Gelsomino De Vita. 27 gennaio 1945, data passata alla storia grazie alle truppe dell’Armata Rossa che in quel pomeriggio liberarono dal campo di concentramento di Auschwitz circa 7 mila prigionieri.
“L’ apertura dei cancelli della struttura di sterminio e le testimonianze dei detenuti permisero al mondo di scoprire gli orrori perpetrati dalla furia nazifascista – è la riflessione del sindaaco di Agnone Daniele Saia– Le atrocità commesse nei luoghi di confinamento causarono la morte di circa 6 milioni di ebrei e tantissime altre persone considerate “indesiderate”, quali minoranze etniche, omosessuali e soggetti con disabilità.
Oggi, 27 gennaio, Giorno della Memoria, è compito di ognuno di noi ricordare per non dimenticare. Perché il ricordo assume un ruolo fondamentale in una società in cui la deriva negazionista è ancora una ferita aperta e le fake news circolano liberamente e pericolosamente.
È nostra missione tenere viva una testimonianza storica che narra di un terribile genocidio. Affinché non si ripeta più”.