4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate 2024, e Poggio Sannita renderà omaggio ai militari italiani di oggi e di sempre caduti nei conflitti.
“Il pensiero corre d’obbligo a quanti di loro sono da molti anni impegnati nella missione “UNIFIL”, forza di interposizione per ristabilire pace e sicurezza in Libano. I “caschi blu” dell’ ONU, italiani e di altre nazioni, colpiti da reiterati, inaccettabili e pericolosi attacchi dell’esercito israeliano. Ad essi va il nostro ringraziamento, vicinanza e sostegno” dichiara Tonino Palomba. “L’auspicio è che nei martoriati territori mediorientali, in Ucraina e ovunque nel mondo vi siano conflitti, possa tornare, al più presto e definitiva, la pace”.
Ma Poggio Sannita non dimentica il Ten. Umberto Antinucci, valorosa figura di soldato della I^ Guerra Mondiale, decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare che proprio Tonino Palomba è riuscito tempo fa a trovarne traccia.
“Il primo a parlarne fu il Gen. Pierluigi Genta, presidente nazionale dell’A.N.Art.I. (Ass.ne Naz.le Artiglieri d’Italia), il 21 novembre 2021 in occasione della costituzione della sezione poggese, intitolata al Tenente –sottolinea ancora Palomba-. Ma il Generale aveva solo scarne notizie, né in paese era conosciuta la storia dell’illustre ‘concittadino’. Sconosciute data di nascita e famiglia di appartenenza, niente della carriera militare oltre grado, corpo di appartenenza e onorificenza ricevuta.
Allorché ho pensato di iniziare una personale ricerca. Dopo aver rinvenuto l’atto di nascita, sono risalito al ruolo matricolare, acquisito in parte all’Archivio di Stato di Campobasso e in forma completa al Ministero della Difesa. Di recente, la “scoperta” della nipote Maria Pia Antinucci e del suo prezioso archivio.
Nato il 3 gennaio 1893 nell’allora Caccavone, al secolo Poggio Sannita, registrato in anagrafe Umberto Raffaele, figlio di Giovanni e Armida Mastronardi. Visse l’infanzia in paese, poi si trasferì con la famiglia a Roma. Dal matrimonio con Rosina Moauro, nata a Roma da genitori poggesi, nacque Franca unica figlia, che sposò il benemerito pediatra poggese, dr. Manfredo Antinucci.
Umberto arruolatosi nel Regio Esercito (31/12/1913), partecipò da ufficiale del ‘33° Reggimento Artiglieria da Campagna’ al I° conflitto mondiale, nel corso del quale (11/05/1917) sul fronte delle Alpi orientali/Dolomiti a Punta Serauta (Marmolada), in quella che divenne ‘Zona Monumentale Sacra’, fu colpito da fuoco nemico riportando gravi ferite alla testa e agli arti, che gli causarono fra l’altro la perdita di un occhio. A seguito di questo episodio, il 7/02/1918 fu insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare, Dopo la guerra gli furono riconosciute altre onorificenze: la “Croce al merito di guerra” (9/01/1919) e la “Croce di cavaliere benemerito della Corona d’Italia” (25/04/1920). Collocato a riposo per causa di servizio nel 1920, fece ritorno a Roma e fu assunto come ‘Invalido di guerra’ al Ministero degli Affari Esteri, dove arrivò a conseguire i gradi di Tenente Colonnello. Morì il 3/06/1942 a soli 49 anni, mai ripresosi del tutto dalle irreversibili conseguenze delle ferite riportate. Riposa nella tomba di famiglia al cimitero monumentale del Verano.
Lo scorso 20 aprile A.N.Art.I. e Comune di Poggio Sannita hanno inaugurato un secondo monumento “Alla memoria dell’artigliere Antinucci Umberto Raffaele e dedicato ai caduti di tutte le guerre”; sul quale però si rileva un macroscopico errore riguardo alla data del ferimento del Ten. Antinucci indicata nel 10/05/1918, mentre quella esatta è l’11/05/1917, come si evince dalle diverse voci richiamate sul foglio matricolare.
La sola parente diretta di Umberto Antinucci è la nipote Maria Pia Antinucci, anche lei vive a Roma, ma ha casa anche a Poggio Sannita dove torna spesso. E’ figlia unica di Franca, a sua volta figlia unica del Tenente. Conserva gelosamente tutte le onorificenze del nonno, addirittura l’orologio da tasca in dotazione agli ufficiali del Regio Esercito, oltre ad una ricca documentazione fotografica e di atti.
”Essendo morto nel 1942 a soli 49 anni –ricorda Maria Pia Antinucci– non ho avuto modo purtroppo, di conoscere mio nonno Umberto, cui però mi sento profondamente legata. Ho rivissuto le sue gesta attraverso i racconti della moglie, mia nonna materna Rosina (deceduta nel 1969) e della figlia, mia madre Franca (deceduta nel 2012). Entrambe avevano per il nonno una sorta di venerazione, trasmettendomi fin da bambina i loro intensi ricordi. Un soldato che, insieme ad altri milioni, combatté contro l’invasore austriaco, fino a rischiare la vita per l’unità d’Italia, in difesa della Patria e dei suoi compagni in armi”. “Sono molto felice – continua Maria Pia – che la figura del Ten. Antinucci venga oggi riscoperta e valorizzata.
Ringrazio quanti si sono adoperati in tal senso, portando il nonno all’attenzione dell’opinione pubblica poggese. E’ per me un grande orgoglio e una grande emozione”. “Tuttavia, la riproposizione della figura di mio nonno esige una ricostruzione storica fedele, corretta e non approssimativa, se non fantasiosa. In particolare, mi riferisco all’attribuzione di presunte parentele in loco, del tutto destituite di fondamento. Forse qualche equivoco è stato ingenerato dall’omonimia del cognome di mio padre e mia madre entrambi ‘Antinucci’ pur non essendo parenti. In ogni caso – conclude – a scanso di ulteriori equivoci preciso che del ramo familiare da cui proviene nonno Umberto, l’ unica discendente e parente ancora in vita resto solo io. Tanto detto per ristabilire compiutamente la verità storica sul quadro familiare del Ten. Umberto Antinucci”.
“Prima di chiudere –chiosa Palomba– doverosi ringraziamenti: all’amico Eliodoro Mancini, che ha apportato il suo fattivo contributo in fase di indagine conoscitiva e soprattutto alla gent.ma sig.ra Maria Pia ed al suo compagno sig. Giovanni Carelli, che accogliendo le mie richieste hanno, molto cortesemente, messo a disposizione la fondamentale ed autentica documentazione di famiglia”.