“Taci. Sulle soglie del Pavone-Mariani non odo
parole che dici umane; ma odo cori più nuovi
che parlano gocciole e foglie lontane.
Ascolta. Piove dalle nuvole sparse.
Piove sugli spalti salmastri e di metallo,
piove sulle bandiere scagliose ed irte,
piove sugli striscioni divini,
su le pezze fulgenti di fiori accolti,
su le sciarpe folte di coccole aulenti,
piove sui nostri volti felici,
piove su le nostre mani ignude,
sui nostri vestimenti leggieri,
sui freschi pensieri che l’anima schiude novella,
su la favola bella che ieri t’illuse,
che oggi m’illude,
o Lupo”
INTERVISTE PRE PARTITA
Quali migliori versi, se non quelli della lirica del poeta Vate, per raccontar, parafrasando, l’ardente pioggia che i cuori rossoblù, sta oggi ad infiammar … Con la vittoria esterna sul campo del Pineto, il Campobasso conferma e consolida la sua posizione nella parte nobile della classifica della Serie C, Girone B; non più matricola terribile, ma squadra solida e temuta.
Oramai, per quanta è la compattezza dei reparti, diventa sempre più difficile analizzare la prova di un singolo calciatore. Si conferma monolitico il comparto difensivo (voto 7), non solo perché la porta è rimasta inviolata per la seconda gara consecutiva, ma, soprattutto, per la rarità dei pericoli corsi dall’estremo rossoblù.
Cresce in maniera esponenziale anche il lavoro degli uomini di centrocampo (voto 7), sia nella fase di costruzione del gioco sia in quella di contraddizione delle trame oppositrici. Infine, si confermano frizzanti e pericolosi i nostri rapaci dell’area avversaria (voto 7), confezionando ben cinque nitide occasioni da rete. Un attestato di stima lo dedichiamo a Sonny D’Angelo (voto 8), il gesto di donare la sua maglia numero 27 a Pietro, il giovane tifoso del Lupo vittima di un piccolo incidente al termine della gara, merita un apprezzamento particolare.
Così come lo merita la tifoseria Campobassana, ancora una volta accorsa in massa per incitare i propri beniamini. I 500 di Pineto hanno regalato prima, dimostrato poi, come il tifoso resta ancora la vera essenza del calcio. Non quello del sempre più imperante vile denaro, ma quello della vicinanza e della solidarietà, sottolineato dall’assordante silenzio dei primi cinque minuti di gioco, che da un lato ha raggiunto con un avvolgente abbraccio la città di Foggia e l’ospedale di Potenza; dall’altro ha stretto il pugno contro la malinconica nomenclatura calcistica nazionale, un ricco yacht carico di false maschere e patetiche figure, che ancora una volta si è infranto sugli scogli della sua pochezza. Samuele e Matteo non Mollate!
Antonio Salvatore
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