Domenica 29 settembre Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica Tedesca, si sono incontrati a Marzabotto in occasione delle celebrazioni ufficiali dell’80°anniversario della strage compiuta dalle truppe naziste guidate dal maggiore Walter Reder tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 e che causò la morte di 770 civili.
Il Presidente tedesco, esprimendo dolore e vergogna per l’accaduto ha chiesto perdono a nome del suo popolo. In precedenza era già accaduto davanti al Sacrario di Sant’Anna di Stazzema. Il nostro Presidente il 12 agosto scorso aveva ampiamente celebrato l’80° anniversario di questa strage.
Ma c’erano state altre stragi che le avevano precedute e prima in quell’iniziale occupazione dell’Italia da parte della Werhmacht per numero di civili uccisi fu quella del novembre del 1943 di Pietransieri, che è passata nel dimenticatoio da parte delle massime autorità. Probabilmente perché non ci furono di mezzo i partigiani ad esserne protagonisti in qualche maniera?
E così a novembre scorso si è persa l’occasione dell’80° anniversario per portare anche nella frazione di Roccaraso il Presidente della Repubblica Tedesca ad inchinarsi nel Sacrario dei Limmari e chiedere perdono per la strage, a questo punto di “insignificante” importanza, compiuta dai Fallschirmjäger della 11^ compagnia, 3° battaglione, 1° reggimento, 1^Divisione Heidrich, comandati quasi sicuramente dal capitano George Schulze, quando in diversi giorni del tragico autunno del 1943 uccisero 128 inermi abitanti della frazione di Roccaraso.
Con disappunto ne ho scritto e parlato in diverse occasioni e così ieri si è chiuso il cerchio senza che per i Limmari sia accaduta qualcosa altamente significativa. Ma nessuno è indignato per tanto menefreghismo. Neppure gli abitanti di Pietransieri. O forse essi tacciono per l’umiltà che li contraddistingue e per il perenne desiderio di dimenticare il dolore che fu insopportabile?
Il rispetto di quelle inermi persone trucidate è dovuto. Ma non è stato così, c’è una nebbia indefinita che avvolge questo Sacrario.
Ugo Del Castello