Diventa incandescente la recente questione sull’approvazione del Piano del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
Da una parte l’Associazione Iura Civium ad Bonum Naturae ETS che contesta le procedure messe in essere, dall’altra l’Associazione ‘Salviamo l’Orso’ che ritiene giuste e ineccepibili le misure adottate finalizzate a disciplinare l’assetto del territorio, dell’ambiente e degli habitat al suo interno e il raccordo con la aree circostanti.
<<Lo scopo del Piano del Parco – ricorda SLO a Virgilio Morisi ( presidente di Iura Civium ad Bonum Naturae ETS) – è quello di contemperare le legittime aspettative ed interessi di tutti gli “stakeholders” coinvolti , coloro che vivono e lavorano nell’area protetta, spesso proprio legati ad attività possibili grazie all’esistenza del Parco (turismo in primis con tutte le attività ad esso collegate ) con l’esistenza dell’area protetta stessa, che richiede limiti e regolamentazione per evitare che venga dilapidato il suo patrimonio naturale che, si badi bene, non è proprietà esclusiva delle comunità locali bensì collettiva a livello internazionale per il suo ricchissimo patrimonio naturalistico e ambientale.>>
Le pesanti accuse lanciate da Morisi dunque vengono disciolte da fatti e azioni inconfutabili, ispirate ai principi di legalità e trasparenza.
“Come può infatti ritersi con contenuti non rispondenti alla legge un piano sul quale hanno lavorato le Regioni Lazio, Abruzzo e Molise, le Agenzie per la protezione dell’Ambiente, le Sovrintendenze delle tre Regioni, più altre decine di altri organi e uffici: non si sono accorti che stavano lavorando e dando osservazioni, prescrizioni ed infine un parere positivo ad un Piano “Illegittimo” con “contenuti non rispondenti alla legge” di un Piano che “non raggiunge neanche i requisiti minimi previsti dalla Legge?”.
Stefano Orlandini (presidente dell’associazione Salviamo l’Orso) che replica a nome di tutte le associazioni di tutela ambientale – firmatarie del comunicato stampa dello scorso 21 Maggio – ribatte punto su punto alle accuse “fantasiose” rivolte da Morisi.
<<Il Piano Si definisce “illegittimo” riportando i vari passaggi del processo della proposta di piano come documenti e momenti separati, come se ogni volta la proposta di Piano fosse stata “abbandonata”, quando si tratta invece di passaggi normativi.
Si afferma che la proposta di Piano del 2020 non ha visto l’approvazione della Comunità del Parco e del Consiglio Direttivo, peccato che quello del 2022 non è altro che la prosecuzione di quello del 2010, che aveva già avuto le citate approvazioni, e che la declamata differenza del numero di elaborati non è altro che la necessaria e corretta modifica ed integrazione in seguito agli aggiornamenti del quadro conoscitivo.
Non solo, a supporto di tale scelta, vi sono stati pareri espressi dagli uffici competenti, che hanno motivato l’iter del Piano del Parco e che tutti gli uffici regionali preposti hanno ritenuto di condividere proprio perché perfettamente legittimo. Affermare quindi che il piano è illegittimo è totalmente falso e infondato.>>
<<Passiamo alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), una valutazione ambientale che è norma proprio per garantire la partecipazione dei cittadini alla valutazione degli impatti sull’ambiente e sulla popolazione di Piani e Programmi. Un percorso che ha visti coinvolti decine di enti delle 3 Regioni, i Comuni, le Associazioni ed i singoli cittadini.
Un processo lungo quanto importante, in cui tanti hanno potuto dare il proprio contributo nei modi e nei tempi previsti dalla norma. La VAS, prima di avviare la fase della consultazione pubblica, mette sotto la lente di ingrandimento il Piano e la sua legittimità da parte di decine di enti competenti in materia ambientale e nessuno ha messo in discussione la legittimità del Piano. Tanto che le Regioni, per garantire un iter legittimo e trasparente hanno sottoscritto un apposito Protocollo di Intesa.
Tanto per aizzare le folle, viene poi lanciato l’allarme di un “Regime autocratico” instaurato grazie al comma 2 dell’articolo 4 delle NTA (Norme Tecniche di Attuazione) sui “Nulla Osta”. Basta leggerlo per scoprire il bluff di Morisi: “Art. 4 – Nulla Osta, 2. L’Ente provvede sulla domanda di Nulla Osta verificando la conformità tra la normativa del Parco e l’intervento proposto. Ove occorra, vi provvede sulla base di valutazioni tecniche adeguatamente motivate.”.
Ci pare solo auspicabile che un Nulla Osta sia rilasciato sulla base di “valutazioni tecniche adeguatamente motivate” e non ci sembra una norma da “Regime autocratico” fare il proprio mestiere con le giuste conoscenze e motivando i provvedimenti a garanzia dei cittadini.
Anche in questo caso basta ricordare che tutti i Piani Regolatori comunali, ovvero gli strumenti di programmazione e gestione del territorio predisposti dal Comuni, sono stati approvati previa intesa tra Comune e Parco, confermando la stretta collaborazione tra gli enti, la zonazione adottata dal parco, e ormai vigente dal oltre 30 anni, e la semplificazione delle procedure per i cittadini.>>
<< Morisi, nella sua replica, si lancia nello scivoloso campo del “Piano Pluriennale Economico-Sociale” non sapendo però che tale Piano è in carico alla Comunità del Parco e non all’Ente Parco, proprio per dare spazio alle Comunità locali di trovare la propria strada nel conciliare la tutela dell’Ambiente con le aspirazioni di sviluppo delle popolazioni e dei territori.
L’indicazione del citato art 11bis per l’elaborazione contestuale è un auspicio e non un obbligo e, comunque, il Piano Pluriennale Economico-Sociale è stato approvato nel 2013, pertanto, contestualmente alla redazione del Piano tra il 2010 ed il 2022.
Evitiamo di commentare le considerazioni “da trattoria” sulla pastorizia quando c’è un Piano del Pascolo nel Piano del Parco che coniuga le conoscenze tecnico scientifiche e le esigenze produttive delle popolazioni residenti con la tutela dei valori naturali.
Tutto ciò conferma le nostre denunce dopo l’evidente bluff della replica di Morisi, di cui va sottolineato l’intento strumentale e la scarsa conoscenza della materia, forse caratterizzata dalla giovane età dell’associazione “Iura Civium ad Bonum Naturae ETS” casualmente nata da qualche mese e che tuttavia, stranamente dimentica di affrontare il tema centrale della ETS, che dovrebbe tutelare gli allevatori locali, richiamando più i diritti legati “ai civici”, mentre sembra spendere il proprio impegno per coloro che dei comuni del Parco non sono affatto nativi, che hanno approfittato di norme locali per arrivare con 30 vacche e ore pretendere pascoli per 400 e oltre capi, bloccando ogni e qualunque possibilità di sviluppo ai giovani imprenditori locali che pure si vorrebbero dedicare alla zootecnia di montagna.
Abbiamo letto di “contenuti non rispondenti alla legge” di un Piano che “non raggiunge neanche i requisiti minimi previsti dalla Legge”, ma in nessun passaggio sono stati indicati nel dettaglio tranne, forse, uno scivoloso tentativo sul Piano Pluriennale Economico-Sociale.
Consigliamo a Morisi di leggere il Piano e le norme prima di addentrarsi su argomenti che non si conoscono. Confidiamo invece che a breve potremo festeggiare Il piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise adottato dalle tre Regioni nel pieno della sua forza per mantenere le promesse e le aspirazioni di chi legittimamente ha contribuito alla sua definizione attraverso gli strumenti che un lungo processo di approvazione ha messo a loro disposizione.>>