Senza ombra di dubbi, perché è una fissazione della quale sono convinto e contento. Quella di celebrare anche a Roccaraso il Centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Chi non ancora lo sa penserà che io sia un incallito sostenitore della sinistra, alla quale il socialista Onorevole apparteneva. Niente di tutto questo.
C’è in me, anche attraverso l’opera svolta da Matteotti, la repulsione totale verso il regime che si instaurò in Italia in quel periodo. Mio padre tra servizio militare e prigionia nello Stamlager IX C perse tredici anni della sua vita di fabbro e di direttore della Filodrammatica Sant’Ippolito, che operava nel teatro di Roccaraso sorto nel 1698. Ma papà perse la vita giovane per i postumi della prigionia.
Ecco perché un uomo come Giacomo Matteotti, che per difendere la libertà in Italia fu assassinato deve essere obbligatoriamente onorato. E nei prossimi mesi accadrà molte volte e in molte maniere, ne sono certo e forse il Corriere della Sera ripubblicherà la foto di questa copertina, che pubblicò in occasione degli ottant’anni di quel fatidico 10 giugno.
Questa è la base fondamentale e imprescindibile del ragionamento. Ce n’è poi un’altra, diciamo di marketing turistico, e nessuno me ne voglia se oso dichiarare tanto sacrilegio se così qualcuno o molti vorranno intendere.
La proposta che ho avanzato di intitolare la piazzetta e apporre una lapide sul muro della casa che lì si affaccia in ricordo della frequenza in quella pensioncina di Matteotti a Roccaraso per periodi di vacanza negli anni precedenti la sua fine, e quella della moglie Velia Titta a Roccaraso confinata per essere “vicina” al processo che si svolse a Chieti, è per me, storico del mio paese, motivo di orgoglio per il legame che l’Onorevole aveva instaurato con questa località turistica. Ecco perché rendere noto a coloro che frequentano Roccaraso per vacanza, che come loro più di cento anni fa venivano personaggi illustri, non è altro che pure una operazione di marketing.
È un sacrilegio pronunciarsi così? Io non credo. Verrebbe da dire, forse con molta irriverenza, che con una fava si prendono due piccioni.
Detto questo mi sarei aspettato che i cittadini di Roccaraso avessero compreso il messaggio, anzi i messaggi, perché sono più volte che li lancio in merito e questa volta lo scaravento così, affinché, anche se all’ultimo momento, si possa recuperare la data del 10 giugno, giorno del Centenario.
Ho parlato di cittadini perché non fa nessuna differenza se alcuni di loro sono anche amministratori comunali. Se fossi il Sindaco di Roccaraso lo farei immediatamente. Mi piacerebbe invitare anche il Presidente Sergio Mattarella, ma i tempi per invitarlo forse sono troppo oltre. E allora sicuramente mi preoccuperei di invitare il Presidente della Regione Marco Marsilio.
Carissima comunità roccolana, ma che vi devo dire di più. Una sola cosa: ai posteri non l’ardua, ma la giusta sentenza.
(Le foto allegate sono dell’Associazione Sandro Pertini e mostrano Giacomo Matteotti a Roccaraso)
Ugo Del Castello