Sarà quella che viene definita “deformazione professionale”, per via del mio ruolo di ex Responsabile del Settore Finanziario del Comune di Roccaraso; sarà quella specie di mania per l’attaccamento viscerale al luogo dove uno è nato e vissuto, che porta a preoccuparti di fatti gravi e deleteri per la vita di Roccaraso; che cerchi di capire, se quel che si dice velatamente o per meglio dire a denti stretti sia vero, non perché il problema non esista, bensì per il suo tragico epilogo sulle finanze comunali.
Sembra che alla fine dei vari gradi di giudizio, perdenti per la società edilizia che ha realizzato alcuni fabbricati su suolo inedificabile, perché riservato a Parco Nazionale della Maiella, la stessa abbia richiesto al Comune di Roccaraso, che li aveva autorizzati, qualcosa come 10.000.000,00 di euro.
Probabilmente un valore giusto quello richiesto, ma profondamente impossibile da sostenere per il pur florido bilancio comunale in termini soprattutto di stanziamento dell’Imposta Municipale sugli Immobili, che non riuscirebbe neppure in venti anni ad assolvere il debito così costituito, se, ripeto, sia tutta vera questa assurda vicenda.
E allora che fare se la condanna debitoria dovesse veramente abbattersi sulle esigue casse comunali?
Ci ho pensato abbastanza e credo che la giusta punizione per questa località, sempre più dedita alla speculazione edilizia, al punto che il turismo, quello vero basato sull’attività alberghiera sta andando a farsi benedire, sia quella di chiedere di entrare finalmente con tutto il territorio comunale in quello del Parco Nazionale della Maiella, visto che la frazione di Pietransieri, luogo degli sciagurati fatti edilizi, c’è già dentro e Roccaraso stupidamente ben pensò di non metterci piede con il territorio del capoluogo.
Di contro, instaurando a tal proposito una transazione, chiedere in qualche maniera di evitare di abbattere quei fabbricati ed evitare di conseguenza di dover sborsare i 10milioni di euro che sarebbero un irreparabile disastro per i bilanci comunali per chissà quanti anni e sul come poter sopravvivere per una comunità già allo stremo delle forze per via dell’altrettanto disastrosa situazione dell’ospitalità turistica che sta assistendo alla progressiva chiusura degli alberghi.
E una località turistica, priva degli alberghi e straricca di seconde case non è una località turistica, bensì è una località turistica fantasma.
Se aggiungiamo il pressante problema della mancanza di neve, dovuta alle note vicende climatiche, allora Roccaraso, per la seconda volta, dopo i fatti di guerra di 80 anni fa, si troverebbe definitivamente distrutta, nella sua attività economica quasi esclusiva di vita.
E qui tornerebbe in auge l’essere entrati nel Parco della Maiella, perché se solo si guarda a Pescasseroli e ai vari paesi del Parco Nazionale d’Abruzzo, l’attività turistica condotta con i servizi e la disciplina di un Parco risulterebbero salvifiche per Roccaraso. E io credo per l’intera vita del tanto evocato Alto Sangro, che senza una Roccaraso forte turisticamente, sarebbe ben poca cosa. Non è una presunzione, ma una inconfutabile realtà e quindi verità.
Pensateci un po’ e, ripeto, se questa incredibile situazione sia vera, credo che non ci sia via di scampo. Sempre ammesso che la transazione prospettata sia consentita e quindi attuabile.
Chissà se le incursioni del buon orso Juan Carrito non siano state un segno premonitore.
Buona domenica!
Ugo Del Castello