Nonostante siano trascorsi 80’anni, in località Roncone è emerso un grosso proiettile di artiglieria rimasto inesploso. Uno più o meno uguale riemerse alcuni anni fa in località Perucce. Entrambe le zone, quasi adiacenti, erano al difuori del perimetro urbano dell’epoca, in aperta campagna, e il terreno, prevalentemente umido di quei mesi autunnali avrà attutito la caduta del proiettile.
Ma cosa accadde di preciso nell’autunno del 1943 sul Valico di Roccaraso, al centro della linea Gustav?
Se leggete un mio post precedente su Facebook di alcuni giorni fa ho descritto la situazione di occupazione delle truppe tedesche che presero possesso dell’area degli Altopiani Maggiori d’Abruzzo.
In particolare a Roccaraso nel Villino D’Avalos si installò il comando del 1° Reggimento paracadutisti, diretto dal colonnello Karl-Lothar Schulz; mentre nell’albergo Reale si installò il comando del 1° Battaglione paracadutisti, diretto dal maggiore Wolf-Werner von der Schulemburg; entrambi strutturati nell’ambito della 1^Divisione paracadutisti Heidrich.
Gli Alleati che si trovavano oltre la riva destra del Fiume Sangro, attraverso varie operazioni di intelligence e di rilievi aerei avevano individuato le basi dei comandi e così incominciarono ad effettuare operazioni di artiglieria con proiettili del calibro rinvenuto oggi a circa mezzo metro sotto terra.
Il rinvenimento è avvenuto ad opera di un giovane dotato di un nuovo metal detector che stava provando nei pressi delle abitazioni adiacenti la S.S. 17.
Con l’intensificarsi dei cannoneggiamenti i tedeschi, per evitare di essere colpiti, dato che l’albergo e a seguire il villino si trovavano in zona ampiamente esposta, spostarono uffici e alloggi del comando nella parte bassa del paese che fungeva così da naturale protezione.
C’è da rilevare che nell’immediato dopoguerra, nella sola area che va da sotto l’abitato di Roccaraso a quello di Rivisondoli e fino al Santuario di Portella, dalla pericolosa opera di bonifica degli sminatori emersero circa diecimila ordigni di varia specie ed inevitabilmente non fu un’opera completa, tant’è vero che ogni tanto riemergono reperti di artiglieria di varia grandezza, comprese bombe d’aereo di notevole potenza.
Ugo Del Castello