Considerato e apprezzato quale “pittore dei cavalli” Di Jullo potrebbe diventare anche il pittore delle rondini! E se una frase di Artistotele ( IV se. a. C.) affermava che “una rondine non fa primavera” quella disegnata dal pittore di amate orgini molisane, con studio in Roma e In Pescocostanzo, potrebbe dare il via simbolico al loro ritorno dopo il lungo viaggio che dal sud dell’Africa la riporta nei nostri cieli.
Ad ali spiegate, con corpo affusolato, coda riconoscibile, la direzione e il piccolo sguardo della rondine sono rivolti a due rondinini che nel nido attendono a becco aperto, bisognosi di cibo. Ma il becco è vuoto, i piccoli attendono invano, lo squilibrio climatico e ambientale ha portato via la possibilità di continuare a perpetuare nei secoli la loro storia di arrivi e di partenze. La rondine di Roberto Di Jullo vuole anche indicarci la possibilità di salvezza e di cura che noi esseri umani ancora possiamo rivolgere a queste creature che hanno nel volo il loro crisma perfetto.
Sono diventate nell’atto creativo del pittore, simboli, e allora vi leggiamo, come nuove colombe, il loror messaggio di libertà, di armonia tra cielo e terra, di pace che non ha confine e limiti segnati da mura e fili spinati.
Questo omaggio alla rondine si pone in perfetta sintonia con i suoi cavalli immaginati e dipinti sempre senza finimenti e ferri, perchè liberi, forti, ma anche armoniosi, gioiosi, ispiratori di messaggi vitali per il tramite di linee vibranti e decise. Allora questa rondine di De Jullo porti con sè segnali di primavera che si trasformino in segnali di pace e accompagni, con il suo guizzo, il galoppo di cavalli con chioma e criniera al vento in una nuova unione simbolica e concreta.
Maria Stella Rossi