Nel giorno 9 Giugno 2021, presso la Biblioteca Comunale, sita a Palazzo Greco, l’Amministrazione Comunale e lo Sportello Linguistico ospitano l’Associazione Kamastra, rappresentata da Fernanda Pugliese, e la testata giornalistica AmoliveNews.It (Abruzzo e Molise notizie) nella figura di Fabrizio Fusco. Protagonisti della mattinata, il gruppo musicale Yllazët të Rëgjënda, memoria storica della nostra comunità. Antonio Pellegrino, presidente dell’Associazione “ Gjaku Shprisht ”, Vincenzo Campofredano, Antonio Perrino, Guido Tartaglione ed Emiliano Plescia, hanno soddisfatto la fame di conoscenza che ha spinto il giornalista Fusco ad interessarsi alla nostra cultura musicale arbëreshe.
A seguito delle varie interviste al Sindaco Raffaele Primiani e ai componenti del gruppo, siamo stati allietati dall’ascolto live di due dei brani più rappresentativi della tradizione ururese: “Manuzaqja” e “ Ti nesër vete nuse”.
Dal racconto di Antonio Pellegrino, riusciamo a fare un viaggio nel tempo, all’autunno del 1977, anno in cui è nata la voglia di tutelare la nostra lingua attraverso uno strumento semplice, diretto e d’impatto: la musica. La tutela della nostra tradizione è stato il comun denominatore che ha spinto un gruppo di amici a riunirsi per comporre brani che raccontassero di scene di vita quotidiana, circoscritta alla nostra realtà.
Il repertorio comprende, oltre alle canzoni tradizionali, una lunga lista di brani scritti da componenti del gruppo musicale e non. È d’obbligo menzionare Vincenzo Peta, Franco Frate, Guido Tartaglione, Leonardo Tartaglione, Emilio e Luis De Rosa, Antonio Pellegrino, Antonio Perrino, Michelino De Rosa, Mario D’Ardes, Tony Intrevado, Antonio Campofredano, Luigi Papadopoli, Alberto Pellegrino, Milena Panelli, Emilio Frate, Emilio Occhionero, Nicola Papadopoli, Giovanni Salvatore, Antonio Turturro, Clemente Varanese.
E non possiamo dimenticare il signor Vittorio Miraglia, autore di una bella canzone, “Një bukur yllëzë”,e la signora Maria Pellegrino, la quale ha scritto una bellissima canzone che si intitola “Gjuha horës ime”, significativa perché, raccontando della gioia che scaturisce nel sentir parlare la lingua del proprio paese (“gjuha horës ime”, appunto) nella monotonia della città in cui si vive, fa capire che la lingua è un fattore determinante di identità, di appartenenza ad una comunità. Tutti coloro che leggono i testi delle canzoni, le ritengono non delle semplici canzoni ma poesie!
Possiamo suddividere l’attività del gruppo in due fasi: la prima fase comprende gli anni dal 1977 al 1983, mentre la seconda va dal 2001 ad oggi.
Nel 1983 c’è stato un periodo di fermo con la ripresa dell’attività pubblica nel 2001. Questo, però, non vuol dire che l’attività artistica non sia andata avanti: basti pensare che il loro repertorio comprende un’antologia di oltre 160 canzoni .
Dopo il periodo di fermo, si riuscì a trovare la giusta motivazione per riprendere la rassegna concertistica solamente nel 2001 , con l’arrivo di parenti dal Canada, anche loro musicisti per passione, ed è nata la voglia di fare un concerto insieme. Il concerto ha riscosso un successo tale da far ripartire l’entusiasmo e, addirittura, intensificare l’attività.
Oltre alla consueta serata musicale “Kënga Arbëreshe”, che si svolge ad Agosto, nel periodo di Natale il gruppo si esibisce in chiesa nel tradizionale canto natalizio “Tu scendi dalle stelle”, tradotto in lingua Arbëreshe, rivisitato oltre cento anni fa da Luigi Prezioso (organista e cantante non vedente); inoltre, nelle festività dedicate al Santo Patrono, il SS. Legno della Croce, tradizionalmente viene eseguito in chiesa il canto “Kriqja druri”. In aggiunta a alla musica, esiste l’ attività teatrale, con la stesura e la sceneggiatura di commedie in lingua Arbëreshe.
I canti popolari sono stati ripresi dalla memoria degli anziani del paese, registrati e trascritti.
Il gruppo storico comprendeva Antonio Perrino alla tastiera; Nicola Fiorilli alla batteria; Antonio Pellegrino, alla chitarra; Giovanni Salvatore al basso; Antonio Raspa alla fisarmonica e Michelino D’Arienzo alla chitarra (questi ultimi due non più in vita). Tra le voci “storiche”, sono da ricordare i compianti Alberto Pellegrino e Vincenzo Peta; quest’ultimo, autore anche di tante bellissime canzoni e testi inediti.
Dei componenti “storici” restano Antonio Pellegrino, Antonio Perrino e Nicola Fiorilli. Purtroppo, alcuni non sono più in vita, qualcun altro si è ritirato dal gruppo.
I componenti che si sono aggiunti al gruppo sono: Antonio Pellegrino jr al basso; Michelino Intrevado alla chitarra; Vincenzo Campofredano alla fisarmonica e voce, Carlo Pisano alle percussioni e Antonio Ruccolo alla chitarra. A collegare generazioni distanti anagraficamente ma vicine sentimentalmente, ci ha pensato l’ingresso nel gruppo del giovane quanto valido Emiliano Plescia, alla batteria.
La musica Arbëreshe rafforza il legame della comunità con la cultura di appartenenza. Per far conoscere la nostra identità musicale in altri luoghi, il gruppo ha partecipato a rassegne musicali in Calabria e in Puglia, per quanto riguarda il territorio nazionale. Ma non solo, hanno suonato anche in Canada, a Montreal, nel 2010, dove è presente una nutrita comunità Arbëreshe. Per gli Arbëreshë riuniti in quell’occasione è stato come un ritorno in Patria, alle origini, al paese natio. Un successo enorme. Una festa.
“Me fjalët mund thuhet gjithësena, ma një lule thot më shumë ke gjithë fjalët çë janë ka shekulli.” Con le parole si può dire tutto, ma un fiore dice più di qualsiasi parola che esista al mondo. La nostra lingua va conservata e protetta come un bel fiore e che possa durare per sempre! Po rroft gjuha jone e bukur!
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Pinuccia Campofredano