Nella scia senza tregua di minacce per la natura si inserisce, in una concatenazione di cause e di scelte sbagliate, la lenta ma continua perdita che subiscono le api. La salvezza delle api è la salvezza stessa di equilibri necessari per la vita sul nostro pianeta. Un ricordo familiare legato alla passione di mio nonno per le api, di cui era conoscitore rispettoso dei ritmi naturali in cui vigeva l’avvicendarsi sano di prendere ma anche di dare, mi ha portato sempre ad ammirare il mondo delle api, dalla loro struttura sociale così interessante al miele prodotto dal nettare delle fioriture in maniera così generosa.
Oggi la loro sofferenza a livello globale mi riporta indietro nel tempo a quando tra natura e uomo vi era ancora un sano equilibrio oggi compromesso. Faccio parlare i numeri e le ricerche che con metodo scientifico riguardano lo stato attuale delle api e delle attività legate a questo insetto così particolare che accompagna da secoli la vita e la storia dell’uomo per quanto riguarda la produzione del cibo dovuta all’impollinazione. Le monoculture sempre più diffuse nel mondo, il cambiamento climatico, la deforestazione, i gas serra, le risorse sempre più impoverite e soprattutto l’uso sconsiderato di pesticidi sono le cause principali della diminuzione a scala mondiale delle api e degli insetti impollinatori.
Tra tutte queste cause è soprattutto la scriteriata scelta di uso di sostanze chimiche in agricoltura la causa principale della moria di api, si calcola che sono oltre 1700 i pesticidi in uso attualmente prodotti da grandi industrie farmaceutiche che da anni contribuiscono ad avvelenare territori, senza pensare poi alle falde acquifere e alla produzione stessa di cibo che alla fine di questo ciclo perverso risultano sempre più inquinati. Ebbene bisognerebbe riflettere sul fatto che oltre il settanta per cento delle cento coltivazioni destinate ad uso umano sono il prodotto della impollinazione delle api.
Se poi si vuole ragionare in termini economici si attesta a più di duecento miliardi di dollari il valore dei raccolti a cui contribuiscono le api. Si stima che negli ultimi decenni oltre il cinquanta per cento delle colonie di api sono scomparse a causa della virata autolesionista della terra decisa dalle società produttrici e dalle case farmaceutiche che continuano a sfruttare e ad avvelenare i territori senza alcun rispetto. Salvare le api significa salvare le colture e il cibo stesso di cui necessariamente si nutre questo nostro “ corpo celeste” sempre più affamato e sopraffollato. E così se il cinquanta per cento è perduto si possono adottare strategie di salvezza ancora possibili per salvare e anzi incrementare la presenza e le attività di questo magnifico insetto impollinatore.
Mariastella Rossi