La notizia ha fatto il giro del web. Non è nuova per la verità, il già sindaco di Montenero di Bisaccia Nicola Travaglini, l’aveva annunciata oltre un anno fa. Ma il botto è scoppiato di recente. Un fiume di investimenti, circa 3 miliardi di euro, per la realizzazione di strutture che risulterebbero megagalattiche rispetto al territorio.
Circa 33 chilometri in tutto, la costa molisana, interessata da modeste opere di urbanizzazione , tra cui tre porticcioli turistici da Campomarino a Montenero di Bisaccia, passando per Termoli, con qualche criticità. Ma la recente notizia, tra favorevoli e contrari, si presenta comunque come un’occasione ghiotta da non lascarsi sfuggire. Gli interlocutori che dovranno sedere al tavolo tecnico per esprimere i relativi pareri sono diversi , tra questi, vincoli ambientali e norme collegate alla legislazione demaniale. Simona Contucci, nuova sindaca del bel paese posto a cavallo di una collina distante qualche chilometro dalla costa, non esclude l’opinione della cittadinanza.
L’area interessata al maxi investimento comprende diversi chilometri quadrati tra lato mare e interno inframmezzati dalla statale 16 Adriatica e l’ autostrada A 14 che stando alle fonti, sarebbero, per la maggior parte, di proprietà privata. La riunione del tavolo tecnico sarebbe stato già messo in programma dalla Regione Molise e fissato per la fine del mese. Edifici dagli 8 ai 10 piani, ville signorili, torri dai 15 ai 25 piani, circa 200 ristoranti, 4 alberghi, 18 concessioni balneari, nel tratto Montebello direzione Trigno San Salvo. Numeri e dati per riflettere e da non sottovalutare, tenendo a mente i risultati delle indagini di mercato che avrebbero dovuto incrementato il turismo da diporto a Marina Sveva. Un nulla di fatto rispetto alle previsioni che dal 2008 in poi avrebbero dovuto attrarre flussi turistici americani. Ora come allora, gli americani.
Certo è che l’idea della trasformazione completa di un tratto di versante ancora vergine, desta non poche preoccupazioni . Ma il futuro della costa molisana che non può essere escluso dal progresso, è appeso a questo investimento. Dalla torre di avvistamento di Petacciato, alla costa verde, dalla foce del Sinarca, al Mergolo, al Tecchio fino al fiume Trigno, pinete, spiagge ampie, belle e soleggiate , rappresentano un miraggio a cui si aggiungono colline sovrastanti, campanili, paesi, latifondi, aziende agricole all’avanguardia. Qui si guardano i monti innevati, il Gran Sasso e la Maiella, l’orizzonte del mare fino alla costa prospiciente e si scommette in un turismo da megalopoli contornato da nicchie di natura che si spera di conservare. “ E’ un occasione propizia da non perdere”, dicono i più, per gli effetti dell’immediata svolta in termini di occupazione nel mega cantiere dove nel giro di qualche anno sorgeranno alloggi e strutture di ospitalità del turismo verticale.
Aspettative e leggende di oggi e di ieri. Agili e svettanti grattacieli , come colonne e capitelli dorici tra imponenti mura sommerse. Strade, case, botteghe di una civiltà passata, coperta da fondali pescosi che il grande geografo dell’antichità Claudio Tolomeo, avrebbe collocato tra Tiferno e Istonio. Speranze, sospiri e segreti tra miglia, chilometri e stadi di una fascia del mare Adriatico che se il progetto andrà in porto, cambierà persino il nome e sarà per tutti “ Mundunir – South Beach”.
Fernanda Pugliese